Dall' atomo ai concetti di vibrazione
In concomitanza con la stesura dei componimenti poetici racchiusi nel volume Nuove rapide scosse retiniche (ed. Joker ) Anna Laura Longo – fautrice di una forma d’ arte definita “addizionale “ - ha lavorato per un biennio alla progettazione di un impianto visuale specifico, che fa dell’occhio un mirabile centro focale, pervenendo alla configurazione di un vero e proprio gruppo scultoreo, caratterizzato da originali montature in ferro: pseudo-occhiali, dalle forme inusitate e inattese, che sottolineano e accentuano un desiderio di VISIONE espansa e al contempo calibrata sul mondo, soprattutto una visione proiettata verso profondità esplorabili.
La parola occhialoidi felicemente definisce tali strutture, immaginate per occhi acuti e mutevoli.
L’approfondimento e lo studio delle forme, suffragato e alimentato da un principio internamente evolutivo, ha condotto inoltre a dirigere l’attenzione dall’occhio verso ulteriori sfere sensoriali e organi (in primo luogo la bocca e il naso) ipotizzando tragitti sicuramente sinestesici e plurisensoriali.
Scrive Sandro Montalto nella sua introduzione al volume Nuove rapide scosse retiniche:
Anna Laura depura lo sguardo da ogni retaggio falsificante e dice come l'occhio osserva e si muove non in maniera fluida ma a scatti (il titolo del volume allude ai movimenti saccadici) e questi scatti ricordano i salti quantici degli elettroni, i quali a loro volta rimandano all’atomo e ai concetti di vibrazione.
E infine Domenico Donatone in una sua recensione:
…A dare viva voce a questo nuovo assetto umanistico è l’occhio. L’occhio, infatti, oltre ad essere protagonista della vista, è il medium morale su cui passa e si filtra la realtà-verità circostante. L’occhio è il vero strumento dell’agnizione, del riconoscimento effettivo del sistema-mondo, come sistema-oggetto, sistema-cosa. Così attraverso gli scatti oculari, come integerrime fotografie, attraverso i movimenti saccadici, s’instaura un nuovo codice di relazione imprescindibile tra l’uomo e le sue cose appunto. Cose che diventano oggetto stesso della sua sensibilità...
Gli occhialoidi dal punto di vista artistico si pongono dunque come macchine e strumenti quasi metafisici, agevolatori di una possibile prefigurazione di un aldilà, ispiratori di una visione espansa, che abbia sentore proprio dell’ oltre e che rifletta, in tal senso, sulle possibilità che sono proprie dell’umano. Nelle intenzioni vi è un avvicinamento sia al vedere che all'intravedere.
L'indagine artistico-visiva riguardante gli occhialoidi è sommariamente associata a un'azione performativa, dove la gestualità subentra come fatto integrativo, grazie anche all'uso di scritture ed elaborazioni poetiche.
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